
È il virus che può causare la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) se non opportunamente trattato. Contrariamente ad altri virus, il corpo umano non è in grado di liberarsi completamente dall'HIV, nemmeno con la terapia, perciò una volta acquisita, l’infezione perdura per tutta la vita.
L’HIV attacca il sistema immunitario, nello specifico le cellule CD4 (linfociti T), che aiutano il sistema immunitario a combattere le infezioni. Se non trattato, l’HIV riduce il numero dei linfociti CD4, favorendo l’acquisizione di infezioni o di tumori legati alle infezioni. Nel tempo l’HIV può quindi distruggere così tante cellule da rendere l’organismo totalmente incapace di combattere le infezioni e le malattie determinando la condizione di AIDS (Sindrome da Immunodeficienza Acquisita), l’ultimo stadio dell’infezione da HIV.
Non esiste al momento una cura definitiva, ma con gli opportuni trattamenti farmacologici l'HIV può essere controllato. Le medicine utilizzate per trattare l’HIV vengono definite terapia antiretrovirale o ART. Se una persona con HIV assume la ART come prescritta, la carica virale (quantità di HIV nel sangue) può diventare non rilevabile (undetectable). Se rimane non rilevabile, la persona può vivere una vita lunga e sana e non è a rischio di trasmettere HIV (untrasmittable) al partner attraverso l’attività sessuale. Prima dell’introduzione della ART, alla metà degli anni ’90, le persone con HIV progredivano in AIDS mediamente in 8-10 anni. Oggi, una persona a cui viene diagnosticata l’infezione da HIV, specie se in stadio non avanzato, ha una aspettativa di vita sovrapponibile ad una persona che non ha HIV.
Solo alcuni fluidi corporei, quali sangue, sperma, liquido pre-seminale, secrezioni vaginali e latte materno di una persona con HIV possono trasmettere il virus. Questi fluidi devono entrare in contatto diretto con le mucose che si trovano all’interno del retto, della vagina, del pene e della bocca o con la cute evidentemente danneggiata (attraverso tagli o lesioni sanguinanti) o devono essere direttamente iniettati nel flusso ematico (da un ago di siringa) perché l’infezione si trasmetta.
L’HIV si trasmette soprattutto tramite l’attività sessuale senza l'utilizzo del preservativo o senza assumere medicinali che prevengono l’infezione (PrEP) con un partner con HIV e con valori di viremia misurabili, situazione che si verifica quando non si assume correttamente la terapia o non si è consapevoli di avere l’infezione. L’attività sessuale anale o vaginale con un partner con HIV ma con viremia azzerata è sicura, grazie alle terapie.
Il sesso anale ricettivo è il comportamento sessuale a maggior rischio, ma è possibile acquisire l’HIV anche con sesso anale insertivo.
È possibile infettarsi con HIV per entrambi i partner - il partner che inserisce il pene (attivo) nell’ano o il partner che riceve il pene (passivo) - ma è più rischioso per il partner passivo in quanto la mucosa del retto è sottile e più fragile e può permettere più facilemnete al virus di penetrare nell’organismo durante il sesso anale.
Il sesso vaginale può anch’esso essere a rischio, anche se minore rispetto al sesso anale: la maggior parte delle donne che si infettano con HIV hanno contratto l’infezione tramite sesso vaginale, ma anche un uomo può infettarsi praticando sesso vaginale.
In generale, il rischio di trasmettere l’HIV con il sesso orale è basso o nullo: dalla bocca non si può trasmettere l’infezione mentre, in teoria, la trasmissione è possibile nel caso in cui il partner con HIV e con viremia non soppressa eiacula nella bocca della/del partner durante il sesso orale. Alcuni fattori che possono innalzare il rischio di trasmettere l’HIV durante il sesso orale sono la presenza di ulcere orali, di gengive sanguinanti, la presenza di lesioni genitali o di altre IST.
Attività sessuali al di fuori di quelle penetrative che coinvolgono il contatto con fluidi biologici (sperma, secrezioni vaginali o sangue) non comportano il rischio di contrarre l’HIV ma possono trasmettere altre IST.
Le probabilità di contrarre l’infezione da HIV aumentano in presenza di altre infezioni sessualmente trasmissibili.
Lo scambio di aghi e siringhe o di acqua per diluizione o altri componenti utilizzati per preparare droga da iniezione è un altro comportamento che può portare all’infezione da HIV.
L’HIV può essere trasmesso anche da madre a figlio durante la gravidanza, il parto o l’allattamento.
Il rischio può essere rilevante se la madre con HIV non sa di avere l’infezione o non assume la terapia. La raccomandazione di eseguire il test per HIV in tutte le donne gravide e di iniziare immediatamente la terapia antiretrovirale ha ridotto drasticamente il numero di bambini nati con HIV.
Pungersi con un ago contaminato o con altri oggetti taglienti è un fattore di rischio soprattutto per il personale sanitario.
L’HIV non sopravvive a lungo al di fuori del corpo umano (su una superficie ad esempio), e non può riprodursi al di fuori dell’ospite umano. Non è trasmesso da:
Per prevenire l’infezione da HIV facendo sesso, bisogna utilizzare il preservativo in modo corretto ogni volta che si ha un rapporto sessuale penetrativo, prendere le medicine per prevenire l’HIV se appropriato (PrEP), utilizzare la PEP se necessario, eseguire periodicamente il test per HIV e per altre infezioni sessualmente trasmesse (IST).
Più di queste azioni si compiono, più sicuri si può essere.
Nello specifico puoi
Usare il preservativo correttamente ogni volta che fai sesso ricordando che esistono due tipologie di profilattico: quello maschile (condom) e quello femminile (femidom). Nessun altro strumento anticoncezionale, come la pillola, la spirale, il diaframma, il cerotto, l’anello vaginale sono efficaci. Più sono i partner, più è probabile incontrare un partner con HIV con viremia non soppressa o un partner non consapevole della propria infezione.
Usare la profilassi pre-esposizione (PrEP), cioè assumere una terapia antiretrovirale per prevenire l’infezione da HIV, se sei ad alto rischio di contrarla. La PrEP dovrebbe essere considerata se sei certo di non avere l’infezione e hai una relazione sessuale con un partner con HIV e con viremia non soppressa. La PrEP dovrebbe anche essere considerata se sei un:
La Profilassi post-esposizione (PEP) invece è un trattamento farmacologico che ha lo scopo di ridurre la probabilità di contagio dopo una possibile esposizione ad HIV (per esempio se si è rotto il profilattico). Consiste nell'assunzione di farmaci antiretrovirali per 28 giorni (4 settimane). In caso di necessità, ci si deve rivolgere ad un medico infettivologo o al pronto soccorso. Prima si inizia la PEP meglio è, la Profilassi post-esposizione è efficace se iniziata entro le 24/48 ore successive e si basa sulla somministrazione di una combinazione di farmaci anti-retrovirali per un periodo di 4 settimane, sotto stretta osservazione da parte di personale medico qualificato.
Ricordati che il rischio di acquisire HIV è nullo se il tuo partner HIV positivo sta prendendo la terapia antiretrovirale (ART) come prescritto e la sua carica virale è rimasta non rilevabile (undetectable) negli ultimi sei mesi.
Le persone con viremia non rilevabile, oltre ad avere buone prospettive di vita, non presentano il rischio di trasmettere l’infezione per via sessuale ad un partner HIV negativo (undetectable = untrasmittable, U=U).
Se non hai mai eseguito un test HIV e rispondi sì anche ad una sola delle seguenti domande, dovresti sottoporti al test al più presto perché tutte queste situazioni incrementano il rischio di entrare in contatto con il virus:
Se hai una vita sessuale attiva, è consigliabile eseguire il test periodicamente una volta all’anno o con una frequenza maggiore, più frequenti sono i fattori di rischio e il numero di partner. Anche in caso di una relazione monogama, è importante valutare l’opportunità di eseguire un test insieme al partner.
Lo stigma per HIV è l’insieme delle attitudini e credenze negative circa le persone che vivono con il virus e deriva dal etichettare un individuo come parte di un gruppo ritenuto socialmente non accettabile o, comunque, esprimere pareri ed atteggiamenti su di esso basati su stereotipi e pregiudizi. Deriva dal giudicare la persona con HIV attribuendole comportamenti considerati “fuori norma”, riprovevoli o sbagliati.
Alcuni esempi:
Lo stigma per HIV e la discriminazione influenzano il benessere emozionale e la salute mentale delle persone che vivono con il virus.. Le persone che vivono con HIV spesso interiorizzano lo stigma ed incominciano a sviluppare una immagine negativa di sé. Possono temere di essere discriminati o giudicati negativamente se rivelassero il loro status.
L’auto stigma si manifesta quando una persona fa proprie le idee negative e gli stereotipi riguardanti le persone che vivono con HIV e le applica a se stessa. Ciò può condurre a sentimenti di vergogna, paura nel condividere, isolamento e disperazione, tutti sentimenti che possono a loro volta fare sì che una persona tema di eseguire il test per HIV.